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Melatonina: una risorsa utile per contrastare gli effetti del Covid-19

Conosci la melatonina? Si tratta di un ormone liposolubile prodotto dalla ghiandola pineale che ha la funzione di regolare i ritmi sonno-veglia, che viene liberato nelle ore serali, quando cala il sole.

Abbiamo già scritto un articolo su quali sono le diverse funzioni biologiche della melatonina: sono infatti numerosissimi i benefici che questo ormone apporta al nostro organismo. Ma non tutti sanno che può essere utile anche per contrastare le eventuali conseguenze sul breve e lungo periodo del Covid-19.

Negli ultimi due anni, gli studi scientifici hanno dimostrato una correlazione tra l’infezione da Covid-19 e la sindrome respiratoria acuta, causata dalla tempesta citochinica, ovvero una risposta immunitaria che porta a un’eccessiva produzione di specie reattive dell’ossigeno che causano:

  • diminuzione della saturazione;
  • alterazione delle proprietà dell’emoglobina;
  • diminuzione della biodisponibilità dell’ossido nitrico;
  • vasocostrizione;
  • citochine elevate;
  • danno renale;
  • aumento del D-dimero;
  • leucocitosi e aumento del rapporto neutrofili/linfociti. 

La melatonina è stata notata per le sue azioni antinfiammatorie, antiossidanti, antiapoptotiche e neuroprotettive ed è stata proposta come agente terapeutico sicuro per prevenire la sintomatologia correlata al COVID-19.

Il coronavirus può colpire però anche altri organi, oltre all’apparato respiratorio, come il cervello o il cuore e i danni possono manifestarsi anche nei mesi successivi alla guarigione.

Il virus agisce dunque su più fronti: per questo i ricercatori hanno cercato di comprendere se i meccanismi di azione della melatonina possono aiutare a contrastare l’infiammazione e gli effetti del long Covid.

In questo articolo, pubblicato nel 2022 sulla rivista Cellular and Molecular Life Sciences, un gruppo di ricercatori francesi ha evidenziato che i farmaci a base di melatonina inibiscono l’ingresso del SARS-CoV-2 nel cervello, riducendo il danno indotto dal virus nei piccoli vasi cerebrali.

Si è arrivati a questa conclusione dopo aver portato avanti un esperimento sui topi. Gli animali sono stati trattati con melatonina e altri due farmaci commercializzati derivati dalla melatonina (agomelatina e ramelteon), che non solo hanno ritardato l’insorgenza di sintomi clinici gravi e migliorato la sopravvivenza dei topi ma sono riusciti a prevenire l’infiammazione cerebrale.

Sono poi state svolte delle analisi di modelli molecolari, integrate con studi sperimentali, che hanno mostrato come l’ingresso del virus nelle cellule endoteliali sia impedito proprio dalla melatonina.
Questi risultati aprono nuove prospettive sull’utilizzo dei farmaci melatonergici e analoghi clinicamente utilizzati nella prevenzione dell’infezione cerebrale da SARS-CoV-2 e sintomi neurologici a lungo termine correlati a COVID-19.

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