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Il sistema endocannabinoide

Il sistema endocannabinoide è uno dei più complessi sistemi biologici di comunicazione tra le cellule: uno dei più importanti sistemi del nostro corpo, che contribuisce a regolare gran parte della funzioni vitali. Inoltre il suo compito è anche quello di mantenere l’omeostasi dell’organismo, cioè il suo delicato equilibrio interno, che viene messo a repentaglio dalle condizioni esterne dell’ambiente.


Il sistema endocannabinoide

Il sistema endocannabinoide è uno dei più complessi sistemi biologici di comunicazione tra le cellule e contribuisce a regolare gran parte delle funzioni vitali del nostro corpo. Agisce in sinergia con il sistema immunitario e il sistema nervoso e, tra i suoi compiti, c’è anche quello di mantenere l’omeostasi dell’organismo, cioè quel delicato equilibrio del nostro corpo spesso messo a repentaglio da fattori esterni. In questo articolo, il dottor Domenico Battaglia ci aiuta a comprenderne meglio meccanismi e funzioni.

Il sistema endocannabinoide: gli endocannabinoidi e i recettori

C’è una grande sinergia tra la cannabis e il nostro organismo: grazie al sistema endocannabinoide, noi possediamo dei recettori per i cannabinoidi. Infatti il nostro corpo produce autonomamente dei cannabinoidi, detti endocannabinoidi: composti organici prodotti e rilasciati localmente, per poi essere degradati sempre nella sede di rilascio. I due principali endocannabinoidi sono:

  • 2-Arachidonoylglycerol
  • anandamine

Si tratta di due messaggeri di natura lipidica, che intervengono nella regolazione di tantissimi processi biologici e sono capaci di interagire con i recettori che costituiscono il sistema endocannabinoide.

Sono state individuate due tipologie di recettori: i recettori cannabinoidi 1 e i recettori cannabinoidi 2, che chiamiamo più semplicemente CB1 e CB2. La loro distribuzione è differenziata: il recettore di tipo 1 è più diffuso a livello del sistema nervoso centrale, al contrario il CB2 è maggiormente distribuito a livello periferico.

Gli stati infiammatori: cosa sono e perché si manifestano

Quando viviamo situazioni psicofisiche stressanti che si perpetuano per lungo tempo e che portano a una modulazione verso il basso del sistema endocannabinoide (la cosiddetta down regulation), assistiamo alla comparsa di stati infiammatori.

Sono condizioni in cui il sistema endocannabinoide si impoverisce, si abbassa il livello di endocannabinoidi presenti nel nostro corpo ed emergono patologie, che si esprimono con un’infiammazione acuta o cronica.

Da qui comprendiamo che il sistema endocannabinoide è un sistema che modula il processo principe del nostro organismo, ovvero quello dell’infiammazione, che non deve mai essere vista come una malattia ma come una risposta del nostro corpo a un problema.

L’infiammazione può essere di diverse tipologie, come un’infiammazione articolare, muscolare, d’organo (come pancreatite, epatite). Sono tutti fenomeni che hanno alla base lo stesso sistema d’insorgenza, cambia soltanto la sede, perché l’infiammazione tende a svilupparsi nei nostri punti più fragili. Ci possono poi anche essere situazioni in cui l’infiammazione non è legata a un organo ma è sistemica e pervade l’intero organismo senza dare particolari sintomi.

Il sistema endocannabinoide interviene subito, per cercare di evitare che l’infiammazione degeneri e provochi dei danni: proprio per questo va protetto. In che modo? L’ideale sarebbe evitare che si creino le condizioni per l’insorgere di un’infiammazione acuta o cronica, migliorando le proprie abitudini alimentari, la gestione dello stress e lo stile di vita. Ma se l’infiammazione è già in atto, l’aiuto ci viene dato dalle piante terapeutiche.

THC e CBD: un aiuto per il tuo sistema endocannabinoide

Nella canapa ci sono tantissimi cannabinoidi come il THC e il CBD, che una volta arrivati nel nostro corpo, interagiscono con i recettori endocannabinoidi. Si tratta di sostanze lipofile, cioè che amano il grasso e sono assorbite meglio se veicolate attraverso vettori grassi (come un olio) e se assunte per via sublinguale.

È però importante che una terapia a base di cannabinoidi venga ideata in modo personalizzato, a seconda delle esigenze del paziente. Soltanto così è possibile stabilire la miglior posologia del farmaco nel tempo. Il focus torna ad essere sul rapporto medico-paziente, che nella terapia con cannabinoidi è fondamentale.

Il THC e il CBD non sono gli unici due principi attivi della cannabis, ma sono i cannabinoidi più conosciuti. Il THC agisce in particolare a livello dei recettori CB1, cioè quelli maggiormente presenti a livello del sistema nervoso centrale. Questo cannabinoide non solo svolge un’azione di per sé attiva, ma agisce in sinergia con gli endocannabinoidi, potenziandone l’efficacia.

Il CBD, invece, non agisce molto sui recettori CB1, ma ha proprietà antinfiammatorie. Se utilizzato in concomitanza al THC, ha un ruolo modulante e sinergizzante, andando anche a ridurre gli effetti neurotropici – eventualmente negativi – che in rari casi potrebbero manifestarsi con questa molecola.

In conclusione, il dott. Battaglia ci ricorda che è nostra responsabilità e cura mantenere in equilibrio il sistema endocannabinoide, modificando le abitudini quotidiane e imparando a gestire lo stress. Inoltre, i campanelli d’allarme che il corpo ci manda non vanno mai sottovalutati: impariamo a metterci in ascolto e in caso di necessità, possiamo aiutare il sistema endocannabinoide con l’utilizzo di farmaci a base di cannabinoidi.

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