La
canapa è stata da millenni una pianta
fondamentale per l’uomo e l’ambiente, ma gli interessi economici di altri settori ne hanno frenato lo sviluppo.
Per fortuna, negli ultimi anni
i benefici di questa pianta sono stati riscoperti e riportati in primo piano. In particolare, gli studi scientifici si sono focalizzati sulle
proprietà terapeutiche delle infiorescenze, che contengono
fitocomposti in grado di
contrastare l’infiammazione e i
sintomi dell’ansia, favorire il
rilassamento muscolare e tanto altro ancora.
Ma che cosa contengono le infiorescenze? Quando si parla di proprietà della canapa, si pensa immediatamente ai
cannabinoidi più famosi, come il CBD e il THC. In realtà, all’interno dei fiori è presente una
molteplicità di sostanze differenti: ci sono
più di 400 principi attivi che agiscono in modo sinergico. I benefici non sono solo apportati dal singolo cannabinoide come può essere il CBD, ma
dall’azione combinata dell’intero fitocomplesso.
All’interno dei fiori troviamo quindi:
- cannabinoidi;
- terpeni;
- polioli e altri composti volatili.
I cannabinoidi più conosciuti sono due, il
CBD (cannabidiolo) e il
THC (Delta-9 -tetraidrocannabinolo) e i loro effetti sul sistema endocannabinoide e sul nostro organismo sono ormai noti non soltanto agli appassionati di canapa.
Il
CBD è un
composto naturale, in grado di interagire con le cellule del nostro sistema nervoso per regalarci
effetti rilassanti, anticonvulsionanti, antiossidanti e antinfiammatori. È probabilmente il cannabinoide più “famoso” oggi, perché può essere commercializzato liberamente. Le sue proprietà sono particolarmente apprezzate da chi
soffre di insonnia, stress acuto e stati ansiosi.
L’alter ego del CDB è
il THC, una molecola che, purtroppo, è ancora parecchio demonizzata e vista da molti esclusivamente per i suoi effetti psicotropi e per un uso ludico. Non può essere commercializzata liberamente e nei prodotti a base di canapa legale, il suo contenuto deve essere inferiore allo 0,6%. In realtà,
se assunto sotto stretto controllo medico e nelle
dosi prescritte, il THC è molto utile nel
trattamento del dolore (a differenza di molti antidolorifici non dà dipendenza) e per i suoi
effetti antinfiammatori, antibiotici e antioncogenici.
Nelle infiorescenze non sono presenti soltanto questi due cannabinoidi: ne sono stati
identificati oltre 100, ma solo sei sono stati studiati in maniera approfondita. Oltre al CBD e al THC ricordiamo:
- CBG: è il cannabigerolo, non ha effetti psicotropi ed è presente solo in piccole tracce nella maggior parte delle infiorescenze.
- CBC: il cannabicromene ha proprietà analgesiche e antinfiammatorie.
- THCV: il tetraidrocannabivarina è un composto più raro presente solo in piccole quantità in alcune varietà di cannabis. È un agonista del THC, anche se a basse dosi ne contrasta gli effetti psicotropi.
- CBDV: la cannabidivarina è un composto non psicoattivo che si trova perlopiù in varietà di canapa indica.
Oltre a questi fitocomposti, all’interno dell’infiorescenza troviamo i
terpeni. I terpeni sono le molecole responsabili dell’
aroma tipico delle piante di canapa e si presentano sotto forma di oli volatili. Nella cannabis si contano
circa 400 varietà diverse di terpeni e sono degli elementi importantissimi, perché contribuiscono a
enfatizzare gli effetti benefici degli altri cannabinoidi. Si parla in questo caso di
“effetto entourage”.
Dunque, per sfruttare appieno le
virtù terapeutiche di questa meravigliosa pianta è fondamentale assumere le infiorescenze in
modalità che permettono di beneficiare dell’intero fitocomplesso.