In questo articolo esploreremo il mondo dei cannabinoidi insieme al dottor Domenico Battaglia, medico chirurgo specializzato in urologia ed esperto in piante fitoterapiche. Che cosa sono i cannibinoidi? E in che modo possono influire in modo positivo sul nostro corpo? Cerchiamo di scoprirlo insieme.
I prodotti contenuti nelle infiorescenze di canapa hanno tantissimi principi attivi, se ne contano oltre 200. I principal sono il THC e il CBD e insieme a un bouquet di tantissimi altri elementi, definiscono l’identità, le capacità terapeutiche, gli approcci e gli usi che si possono fare di una tipologia di pianta piuttosto che di un’altra.
È fondamentale avere una visione d’insieme: non sono il THC o il CBD da soli che producono effetti terapeutici ma il fitocomplesso, cioè l’insieme di sostanze di cui è costituita l’infiorescenza.
Un sistema di sostanze per interagire con il nostro organismo deve poter avere dei siti dove agire, ci devono essere dei recettori. Il corpo umano possiede un sistema endocannabinoide, cioè un sistema biochimico formato da piccole molecole di natura lipidica che agiscono localmente e si vanno a distribuire in tutto l’organismo.
Il nostro stesso corpo produce cannabinoidi (detti endocannabinoidi) e i più studiati sono due molecole, l’anandamide e il 2-Arachidonoilglicerolo. I recettori del sistema endocannabinoide sono i recettori CB1, maggiormente distribuito a livello del sistema nervoso centrale e i recettori CB2, presenti maggiormente a livello del sistema nervoso periferico.
Gli endocannabinoidi intervengono nella regolazione di quasi tutti i processi biologici a scopo modulatorio, come quando teniamo le redini di un cavallo in corsa e ne regoliamo la velocità e l’andamento. Il sistema endocannabinoide è un po’ come un hub che mette in rete vari sistemi dell’organismo, tra cui il sistema nervoso centrale e il sistema nervoso periferico con il sistema immunitario. Quando il sistema endocannabinoide vive un momento di down e disequilibrio, integrarlo con cannabinoidi provenienti dalla pianta di canapa può essere un grande aiuto.
La terapia a base di fitocannabinoidi è spesso volta a ripristinare un equilibrio, non va fatta in modo continuativo a meno che non ci siano malattie gravi con danni importanti. Ha come obiettivo mitigare l’infiammazione: se non andiamo a intervenire per modificare le condizioni che la causano, questo processo diventa cronico e si arriva a lesioni di difficile reintegro, patologie croniche che nascono da un processo infiammatorio acuto, in cui il corpo non riesce più a ritrovare la giusta strada.
Qual è la causa dell’infiammazione? L’infiammazione deriva da stili di vita scorretti che per l’80% dei casi potremmo correggere. Diventa quindi fondamentale imparare ad ascoltarci e prestare attenzione ai segni che ci manda il nostro corpo.
Sul mercato esistono diverse tipologie di infiorescenze:
L’uso di queste infiorescenze può portare a benefici diversi a seconda dei livelli di CBD e THC e degli altri prodotti come il mircene o altri terpeni presenti all’interno della pianta.
Le patologie che possono essere trattate con i cannabinoidi sono tantissime e in alcuni casi l’attività del cannabinoide è incontrovertibile e riconosciuta anche dal sistema sanitario nazionale. Ci sono poi malattie in cui la terapia con i cannabinoidi funziona, anche se il sistema sanitario nazionale non l’ha ancora riconosciuto. Tuttavia in letteratura scientifica vengono sempre fatti nuovi studi da cui emergono testimonianze positive.
Il dolore è il principale problema che spinge le persone a rivolgersi al medico. La cannabis può aiutare moltissimo nelle terapie del dolore, in particolare nei casi di:
Come assumere i fitocannabinoidi?
Per ottenere dal cannabinoide il massimo delle sue capacità terapeutiche e modulatrici è importante assumere correttamente i prodotti a base di cannabis. È sconsigliato fumarli, perché così facendo si aumenta la produzione di metaboliti tossici dovuti alla pirolisi della sigaretta. In più, le temperature elevate della combustione della sigaretta distruggono l’84% circa delle sostanze terapeutiche contenute nell’infiorescenza.
In tutti i casi si parla sempre di prodotti personalizzati, da assumere con una posologia che viene via via modulata dal medico prescrittore. I prodotti che invece si trovano in commercio, come le creme e gli oli non galenici a base di cannabinoidi ci possono dare una mano, ma per problematiche più gravi è sempre utile avere indicazioni da una persona più esperta.
Infine, gli alimenti a base di canapa, come farine e olio di semi di canapa, sono superfood, hanno l’effetto terapeutico insito di un cibo. Sono alimenti con caratteristiche nutrizionali di elevato profilo, ottimi se inseriti nel contesto di un’alimentazione sana ed equilibrata.
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